di Auro Bernardi
Quarant’anni. Tanto ci mette una goccia di pioggia caduta sul monte Amiata per arricchirsi di minerali e riscaldarsi prima di sgorgare dalle viscere della terra a 37,5°C, la stessa temperatura del grembo materno. Goccia che, insieme a miliardi di altre gocce, diventa un flusso costante di quasi 800 litri al secondo che determina ogni 4 ore un ricambio completo dell’acqua nella piscina-sorgente: garanzia di purezza assoluta. È il “miracolo” di Saturnia, la località termale del comune di Manciano, nella Maremma grossetana, nota per le sue proprietà benefiche fin dall’epoca etrusca e romana.
ACQUA E BENESSERE
Oggi a Saturnia il verbo “benessere” (star bene) si declina in ogni tempo e in ogni modo. Nel senso che le acque termali unite alle moderne tecniche di remise en forme (fanghi, massaggi, saune ecc.) compongono un insieme davvero unico per rigenerarsi a contatto con una natura incontaminata. Per chi ha bisogno di una “messa a punto”, così come per chi desidera semplicemente “staccare la spina” o regalarsi una parentesi romantica di coppia. Attorno alla sorgente e nel primo tratto del corso d’acqua sulfurea si può scegliere tra un Resort 5*, un Parco Termale, una Spa-club e un Golf club per rispondere a tutte le esigenze degli ospiti, ma nelle celebri Cascate del Mulino, piscine naturali formate nella roccia calcarea, l’immersione è libera. Assolutamente suggestivo il bagno notturno, al chiarore della luna sotto il cielo stellato.
UNA CORONA DI STELLE
Dopo la full immersion nelle delizie termali, a completare il soggiorno maremmano non possono mancare escursioni nei paesi vicini. Anche a piedi o a cavallo, lungo una fitta rete di sentieri. Montemerano è incluso nella lista dei borghi più belli d’Italia e qui, il 25 aprile, si celebra la Festa di San Giorgio, patrono del paese, con corteo storico, spettacoli, musica e la Giostra del Drago. Altre mete possono essere Sorano, la Matera di Toscana per le sue abitazioni di epoca etrusca scavate nel tufo, e la vicina Sovana, borgo medievale e rinascimentale di rara bellezza. Ci si può anche spingere fino alla costa del Tirreno per visitare Capalbio e lo straordinario paesaggio del Monte Argentario. Con le sue città storiche, come Orbetello, le lagune, i parchi, le spiagge. Incantevole la Cala del Gesso, da molti ritenuta una delle spiagge più belle dell’intero Stivale. Non facile da raggiungere (solo in barca o a piedi), ma in grado di ripagare abbondantemente la fatica.
UN CIBO GENUINO
Infine la gastronomia. Collocata tra il mare e l’Appennino, la Maremma è un autentico scrigno di tipicità gastronomiche, rare e genuine. Come la carne della tipica razza chianina, allevata allo stato semibrado. Le ricette tradizionali si basano su semplici materie prime trasformate in piatti gustosi e equilibrati che rinomati chef ripropongono nei numerosi ristoranti della zona. Ecco allora i ricchi taglieri di salumi e formaggi, la bistecca di chianina, l’acquacotta (zuppa ricca di odori e arricchita di uova), i vegetariani fagioli all’uccelletto, gli gnudi (ravioli di magro… senza pasta), i tortelli alla maremmana (con ricotta di pecora e spinaci), i robusti pici al ragù di cinghiale, i ciaffagnoni di Manciano, precursori delle crêpes francesi, e la classicissima ribollita, l’evergreen della Toscana.
info/app
• Info: www.tuttomanciano.com
• App Parco Maremma: per esplorare i percorsi del parco e i punti di interesse.
• App Musei di Maremma: per scoprire i tesori della Maremma tra musei, aree archeologiche e attrazioni.
dove dormire e dove mangiare
• SATURNIA
Trattoria La Stellata tel. 0564600884 www.termedisaturnia.it
In un antico casale ristrutturato immerso negli ulivi a pochi minuti dalle terme.
• MONTEMERANO
Ristorante Passaparola nell’Antico Frantoio tel. 0564602983 oppure 3200324424
Specializzato in piatti di carne.
• SATURNIA
Terme di Saturnia Natural SPA & Golf Resort tel. 0564600111 www.termedisaturnia.it
La scelta più indicata: il resort delle terme nato 102 anni fa e completamente ristrutturato.
• MANCIANO
Hotel Rossi
tel. 0564629248 www.hotelrossi.it
A ridosso del centro storico.
Chicche da non perdere
I Giardini dell’Arte
La primavera è la stagione ideale per visitare i Giardini dell’Arte, straordinari connubi di cultura e natura.
Seggiano: alle pendici del Monte Amiata il Giardino Spoerri, dell’artista svizzero Daniel Spoerri, è una tenuta rigogliosa di 16 ettari con 113 installazioni di 55 artisti tra cui, naturalmente, il padrone di casa. Aperto da Pasqua (17 aprile). www.danielspoerri.org
Pescia Fiorentina (comune di Capalbio): il Giardino Niki de Saint Phalle è caratterizzato da statue ispirate alle figure degli arcani maggiori dei tarocchi, immerse nella macchia mediterranea. Aperto dal 1° aprile. www.ilgiardinodeitarocchi.it
Boccheggiano (comune di Montieri): in questa piccola località delle Colline Metallifere si trova il Giardino dei Suoni Paul Fuchs, parco-museo caratterizzato da due ettari di verde con opere di pietra, bronzo e altri metalli, disposte in modo da produrre suoni diversi a seconda del vento. Visita su appuntamento. Tel. 0566998221 www.paulfuchs.com
Amici per la pelle
Nel Parco Termale di Terme di Saturnia Natural Destination sono da provare i trattamenti benessere derivati dai prodotti del territorio.
Ulivitas: massaggio corpo e peeling con olio d’oliva e basilico micronizzato.
Oleobenessere: massaggio corpo con oli aromatici caldi e impacco di fango termale.
Nutrimelis: massaggio corpo con impacco al miele e olio di mandorle dolci.
Idravitis: massaggio corpo e peeling a base di pepite di Vinacciolo, ricavato dalla spremitura degli acini d’uva.
Avviso di sfratto
L’alta concentrazione di comunità ebraiche aveva fatto di Pitigliano la “piccola Gerusalemme” toscana. Fino a quando, nei primi del ‘600, il duca Cosimo II de Medici decretò l’espulsione dei giudei dal paese. La visita del borgo, con le sue stradine e il suo panorama mozzafiato, non può prescindere da un assaggio dei tipici sfratti di Pitigliano: biscotti della tradizione ebraica a forma di cilindro allungato con un ripieno di miele, noci e spezie. Lo sfratto non era altro che il bastone con cui il messo di corte bussava alla porta delle famiglie che dovevano abbandonare le loro case: da qui, appunto, nome e forma del biscotto.