di Francesca Negri www.geishagourmet.it
È uno dei vini simbolo dell’Italia nel mondo: stiamo parlando del Chianti, prodotto con il Sangiovese, vitigno autoctono a bacca nera tra i più diffusi (11% della superficie viticola nazionale), che viene coltivato dalla Romagna fino alla Campania. Il Chianti, orgoglio di Toscana, prende il nome dalla terra da cui proviene, fatta di antiche tradizioni vinicole testimoniate da ritrovamenti etruschi e romani. Il termine stesso potrebbe derivare da un nome personale etrusco, clante o clanti. In realtà, i primi documenti in cui con il nome Chianti si identifica una zona di produzione di vino (e anche il vino prodotto) risalgono al Trecento e si riferiscono alla Lega del Chianti, costituita a Firenze proprio per regolare i rapporti amministrativi con i “terzieri di Radda, Gaiole e Castellina” (attualmente compresi nella zona di produzione del Chianti Classico), produttori di un vino rosso a base di Sangiovese. Questo vino amatissimo si caratterizza per i sentori primari di frutti rossi e neri come prugna, ciliegia, mora e viola, cui possono aggiungersi quelli derivanti dal legno in cui è maturato, come vaniglia, caffè e tabacco. L’acidità piuttosto marcante e la trama tannica costituiscono, assieme a uno spettro olfattivo floreale tra i più raffinati, il cuore di questo prodotto made in Italy tra i più famosi, che ha ottenuto la Denominazione di origine controllata e garantita (Docg) dal 1984.
CURIOSITÀ
Nel 2021 è stato siglato il Protocollo d’intesa che sostiene la presentazione della candidatura per l’iscrizione del ‘Paesaggio culturale del Chianti Classico’ nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
CHIANTI BIO D.O.C.G. BIOLOGICO LE VIE DELL'UVA
Vino rosso con aromi di ciliegia, ribes e un sentore floreale di violetta. Pieno e piacevole al palato, finale fruttato.
ABBINAMENTI CONSIGLIATI TEMPERATURA DI SERVIZIO
Arrosto, cacciagione, carni grigliate, formaggi non piccanti, primi piatti saporiti. 16-18°C
Uno schianto di cocktail
Si chiama mixology, è l’arte del bere miscelato. Questa nuova tendenza ha portato alla (ri)scoperta del vino come ingrediente o base alcolica per ottimi cocktail: una buona idea anche per utilizzare il vino avanzato nella bottiglia.
Persino per il nobile Chianti troviamo interessanti proposte di cocktail sorprendenti.
Un esempio? Il drink Chianti Speziato, ideato dal barman Ferruccio Filiè: in un calice si mettono ghiaccio, due cubetti di mela (su cui sono inseriti dei chiodi di garofano) e un rametto di rosmarino fresco,
quindi si aggiungono 20 ml di liquore alla vaniglia, 10 ml di zucchero liquido e il succo di uno spicchio di lime; si grattugia sopra un po’ di noce moscata, per poi completare il tutto con il Chianti.
C’è poi il Chiantigno, ideato da Diana Zerilli, sommelier e wine trader, con Franca Passoni, proprietaria della cantina e dell'agriturismo Mormoraia: per farlo servono 2 parti di Chianti, gin, Campari, ghiaccio,
un rametto di rosmarino; da servire in un calice da vino.
Un altro piacevolissimo cocktail si ottiene mettendo a macerare, per almeno un'ora, dei frutti di bosco in mezzo bicchiere di Chianti e zucchero, poi si versa altro Chianti e si mescola energicamente in modo da sciogliere del tutto lo zucchero. Non resta che aggiungere limone, chiodi di garofano e lasciare riposare in frigo per circa un'ora. Va servito in flûte decorati con frutti di bosco freschi.