Spesso, per i genitori, il momento della buonanotte può diventare un incubo, perché il piccolo non vuole restare da solo. Appena si chiude la porta e si spegne la luce, inizia a chiamare, a piangere, a fare mille richieste. Le possibili alternative pedagogiche per i genitori? Un tempo il dibattito era tra i sostenitori di rigide regole (a letto dopo carosello, nessuna pietà per capricci&Co) e i fautori del “liberi tutti”: no alle regole per i bambini, tanto meno quelle relative al sonno. Che si addormentassero pure a mezzanotte, magari sul divano o in braccio ai genitori. Non solo. Per non farli piangere, per non creare traumi, ai genitori era vivamente consigliato di portarseli anche nel lettone. Oggi per fortuna si è trovata una via di mezzo. Fatta di regole, ma anche di dolcezza e soprattutto di buonsenso. Perché si è capito che, alla lunga, un approccio totalmente anarchico verso il sonno può nuocere quanto uno troppo rigido, non solo ai genitori e alla loro intimità, ma anche al bambino.
LA QUALITÀ DEL RIPOSO
Diversi studi hanno dimostrato che più del 50% dei bambini che dormono insieme ai genitori tardano a prendere sonno e si risvegliano spesso durante la notte. Quindi la qualità del riposo, da un punto di vista fisico, non è affatto ideale. Non solo: da un punto di vista psicologico, gli esperti suggeriscono che, fin dalla nascita, il neonato debba imparare a riconoscere i momenti con e i momenti senza genitori. Certo, per lui può essere frustrante, ma questo processo favorisce la relazione con il mondo. Un rapporto simbiotico, soprattutto con la mamma, che includa anche il momento della nanna, lo renderà più fragile, più chiuso, meno incline alla socializzazione mano a mano che cresce.
DALLA TEORIA ALLA PRATICA
Come riuscire a instradare il bambino verso un buon rapporto con il sonno? Certo il lettone offre molte comodità, meno problemi e pianti, mentre per abituare i piccoli all’autonomia nella nanna, ovviamente, ci vuole più pazienza. Ecco, allora, qualche consiglio da mettere in pratica.
• Orario fisso
Stabilite un orario fisso per andare a letto. La flessibilità non paga, anzi: in poco tempo si trasforma in anarchia. Se decidete un orario, deve essere quello. Senza se e senza ma. Niente di più controproducente che cedere alle loro proteste: si perde in credibilità. Importante è però fare in modo che quell’orario coincida anche con la disponibilità dei genitori in termini di presenza e di tempo.
• Luogo magico
Andare a dormire non dev’essere una punizione. Questo è un errore in cui si cade facilmente. Il bambino ha fatto qualcosa che non va? Allora subito a letto. Ma in questo modo insinuiamo in lui l’idea che il sonno sia una punizione, un allontanamento da noi. E questo ovviamente complica le cose. Bisogna invece cercare di far apparire il lettino come un luogo magico, dove si sta al caldo e ci si riposa. Insomma, una specie di tana rassicurante.
• Abitudini rituali
Puntate sulla ritualità. I bambini sono molto abitudinari e i rituali rappresentano per loro un punto di riferimento. Create un momento piacevole che preceda la nanna. Può essere un quarto d’ora di giochi con voi, o il saluto della buonanotte ai loro pupazzi preferiti.
• Fiabe a gogò
La fiaba è un altro modo per tranquillizzarli e interessarli. Ogni sera qualche pagina di un libro, prima di addormentarsi con dolcezza. Oppure una chiacchierata affettuosa, rassicurante. D’altra parte, anche noi adulti abbiamo i nostri riti prima di addormentarci. Perché negarli a loro? Ovviamente, anche in questo caso ci vuole fermezza. Se il tempo di lettura previsto è dieci minuti, saranno dieci e basta.
Mamma, ho sognato un mostro
Paura del buio, dei fantasmi, di creature spaventose… Facile cadere nella trappola lettone e portarsi il bambino in camera, non soltanto per tranquillizzarlo, ma anche per la nostra comodità. Invece è più faticoso, ma più efficace, alzarci e rassicurarlo dolcemente fino a quando non riprende a dormire. Possiamo concedergli al massimo una piccola lucina accesa vicino al letto e magari la porta socchiusa. Altro consiglio suggerito dagli psicologi per esorcizzare la paura dei mostri? Il giorno dopo invitiamo nostro figlio a disegnare il fantasma notturno. A colorarlo. Probabilmente diventerà qualcosa di molto buffo. E comunque, una volta riportato sulla carta, perderà immediatamente quell’effetto spaventoso che aveva prima. Altra “cura” può essere la visione dell’esilarante film Monsters & Co., sempre attuale animazione digitale della Pixar del 2001, in cui si immagina che i mostri che lavorano in una fabbrica di incubi siano terrorizzati dalla vista diuna… bambina.
Musica di sottofondo per bambini e neonati:
un aiuto per fare la nanna https://www.youtube.com/watch?v=8EZsRSzYAaE